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A volte, quando si è un grande scrittore, le parole vengono così in fretta che non si fa in tempo a scriverle... A volte. (Snoopy)
 

Bocconcini di scrittura - 1

Scrittura creativa.
(brevi spunti ed appunti su quel che si dovrebbe sapere per scrivere e farsi leggere)

Il bocconcino del meseChe scrivo? Da dove comincio?

 

Se avessimo in testa una storia, anche non dichiaratamente epica, di quelle che fanno fremere le vene e che vogliono uscire, dobbiamo tirarla fuori, subito. Ma possiamo dire subito che la cosa più importante è... ebbene sì, scrivere! Abbiamo un foglio bianco davanti: che sia di carta o un monitor, con in mano una penna o una matita, o di fronte ad una antiquata macchina da scrivere o un laptop. Dobbiamo sconfiggere per prima cosa il foglio bianco. Tenendo presente che questa è un’attività che richiede tenacia, pazienza e tecnica, possiamo paragonarla ad una corsa a piedi. Scrivere un racconto è come affrontare gli 800 metri, una novella come dieci chilometri e un romanzo... beh, quella è una bella maratona. Occorrono le giuste strategie e tecniche, ed anche un po' di furbizia per arrivare al traguardo, per non rischiare di fermarsi senza fiato a metà strada o sbagliare addirittura il percorso.

- Ma per scrivere qualcosa di buono non basta l’ispirazione?
Scrivere è un atto mistico? Un istante di ispirazione in cui si verifica un’esplosione di creatività che ci condurrà da solo alla mèta? Uhm... non ci risulta. O almeno non è soltanto questo. In generale, più si cerca di essere creativi e più è difficile che questo si verifichi, come atto di volontà, ma certo non bisogna rimanere con la penna in mano e gli occhi rivolti al cielo in attesa del fulmine creativo che ci percorra le vene e dia la svolta alla nostra attività letteraria. Facciamo pure affidamento alle semplici regole dei vari stili letterari: Vanno avanti da tanto tempo ed i libri così scritti si continuano a vendere ed a leggere.
Alcuni psicologi affermano che “la creatività si manifesta solo quando la parte cosciente della mente è in grado di rilassarsi quel tanto da consentire all’inconscio di esprimersi”. Un po' come quel che accade quando dormiamo. Potremmo mai scrivere una sceneggiatura del sogno di stanotte da sveglio? Ed invce dormendo si libera l'inconscio, il vero io, ed il risultato è sicuramente godibile.
L’importante è riuscire a mettere a frutto la propria dose di creatività nel migliore dei modi, pronti a cogliere l’attimo quando questo si presenta, sfruttando al massimo le sue potenzialità. E per non lasciarci cogliere impreparati, portaimo sempre con noi un quadernetto ed una penna, per buttare su carta, subito, l'idea che ci è venuta in testa.

- Quindi, avendo una bella storia al momento giusto...
Purtroppo spesso abbiamo in mente una buona storia - o forse soltanto un inizio, un accenno - personaggi interessanti e credibili, qualcosa di “vero” da raccontare. Ma ci accorgiamo (e se non ce ne accorgiamo è sicuramente peggio) che appena cominciamo a scrivere, la narrazione diventa noiosa, i dialoghi spenti, il contesto poco coinvolgente e credibile.
Questo perché c’è un divario tra la storia che è nella nostra mente, abbozzata o chiaramente delineata, e quella che riusciamo a tradurre in parole scritte e quella che il  lettore percepirà.
Lo scarto sarà ovviamente meno evidente, quanto più sarà scaltro e professionale lo scrittore, ma le suggestioni che possono evocare le parole, la necessità di far avanzare la storia una parola dopo l’altra, il modo in cui vengono presentate le informazioni, possono presentare notevoli insidie e difficoltà. Ne parleremo.

- Deprimente?
Macchè! E’ una grande sfida, si tratta soltanto di affilare le armi, piano piano. E non demoralizziamoci se pensiamo di non farcela. Se insistiamo e facciamo tanta pratica, cercando di non perdere di vista tutte le variabili a nostra disposizione, potremo riempire il foglio bianco con una bella storia.

- E le  idee? Le storie? Dove si trovano?
Come dice sempre un nostro amico scrittore, le idee sono nell’aria. Tutto può essere fonte di ispirazione e oggetto di una storia. L’importante è saper guardare. Osservare intorno.
C’è un tappeto di foglie verdi davanti al portone stamattina - un colpo d’aria mi apre il cappotto, ma è aria calda e siamo in inverno – un volantino giallo attaccato ai vetri dell’automobile, non riesco a staccarlo – uno sguardo distratto, che torna a guardarmi, senza sorridere. Ma sta a noi riconoscerle, lasciarle sedimentare, lievitare, modificarsi, poi lasciar perdere e ritornarci sopra a mente sgombra. Ci accogeremo allora che qualcosa è cambiato. Un fatto che ci sembrava secondario è tornato ad affacciarsi prepotentemente, prendendo il sopravvento. E ci accorgiamo che la storia è andata avanti senza di noi, ci ha lasciato indietro, enoi dovremmo accelerare il passo per riagguantarla e farla di nuovo nostra.

Le storie sono dappertutto, e tutto può diventare una storia.


 

 

 

 


   
 
 

 

 

 

 


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