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A volte, quando si è un grande scrittore, le parole vengono così in fretta che non si fa in tempo a scriverle... A volte. (Snoopy)
 

  HO INCONTRATO UN AVATAR

Ho incontrato un avatar (di elliy Writer)

 

5. “With or without you” 

Eppure non potevo essermi sbagliata, non questa volta.
Durante il concerto avevo lasciato di nuovo tutto a metà, fingendo un crash del sistema e chiudendo la connessione, mentre lui continuava a seguire la musica, estasiato, sotto il palco degli U2.
Non avevo dormito quella notte, agitata da incubi e grovigli di strani pensieri.  La mattina seguente non ero andata al lavoro, non mi ero alzata dal letto, non avevo mangiato. Margherita mi aveva chiamato cinque volte, vedevo il suo numero sul display del telefono, ma non volevo parlare con nessuno. Avevo resistito fino alla sera, poi:
<Connect>
Dovevo sapere se lui sarebbe entrato lo stesso o sarebbe davvero sparito per sempre.
Avevo imparato a rendermi invisibile agli altri utenti, bastava un click su un’opzione e il gioco era fatto. Così ora potevo controllarne di nascosto l’ingresso, rannicchiata davanti al camino acceso, nella piccola baita che avevamo trovato per caso, io ed Edge, durante uno dei nostri vagabondaggi… spesso eravamo in due accanto a quel fuoco. Ora no.

Non potevo credere che sarebbe scomparso così, che davvero l’unico suo interesse potesse essere quello del concerto… e tutti i discorsi? E le questioni in sospeso, le risate rimaste a mezz’aria, i sogni incompiuti?...
Una mascherina blu a destra del video: “Edge is on line”.
Eccolo!
E adesso? Mi conveniva aspettare e lasciare che fosse lui a chiamarmi… solo che così non poteva vedermi… però potevo togliere quell’opzione e… e se poi, anche notando la mia presenza, mi avesse ignorato? Ma no, perché avrebbe dovuto farlo? E in ogni caso, dopo un po’  avrei potuto contattarlo io… ma per dirgli cosa? “ah, bene, ci hai ripensato, come mai sei ancora qui?” No no, avrei rovinato tutto. Meglio aspettare un po’ e vedere… ma vedere che? Aspettare significava solo perdere tempo.
E d’altra parte, il mio amor proprio, l’orgoglio? No, no, dovevo assolutamente resistere, essere paziente, ostentare indifferenza…
Tutti i soliti buoni propositi, insomma. E subito un click sul suo nome, poi IM, un messaggio per lui:
- Ciao Edge, piaciuto il concerto di ieri? – come se niente fosse.
- Mah…
- Ma cosa? Non hai incontrato il vero The Edge? Con la tua famosa chitarra da 400 linden?
- Sì, sì, però… insomma, speravo in qualcosa di più… ma non parliamone, dai, non mi va.
Era strano, forse nervoso? Avrei dovuto evitare e invece:
- Edge, ma non dovevi chiudere con Second Life?
Aspettò un minuto lunghissimo, prima di digitare:
- Credo che dovrò rivedere i miei piani.
- E come mai? – qualcosa, un barlume, si stava accendendo in fondo al mio cuore.
- Beh… quando sono entrato su sl, l’ho fatto solo per il concerto, è vero. Ma ora è diverso, ci sono persone … importanti per me e…
Aiuto! Leggevo bene?
Lo schermo si stava appannando, o erano i miei occhi?
- E quindi?
- E quindi eccomi qua. Vuoi venire da me? Ho qualcosa da mostrarti, così capirai meglio.
Edge era tornato, Edge era lì, aveva cambiato programmi e voleva mostrarmi qualcosa, qualcosa per me, e parlava di sentimenti e parlava di…
<Teleport> mi offriva.
<Teleport> cliccai, al volo!

E li trovai così.
- Ciao, bellina!
- Ma… chi sei tu? Dov’è Edge?? Che è successo?
- Eheheh, guardami bene, sono io!
Era tutto diverso… aveva i capelli flex, di un abbagliante color oro quasi fosforescente, occhiali da sole, braccia piene di tatuaggi, scarpe da almeno 500 linden, bracciale borchiato … Non era lui.
- Sembro un altro, eh? Bello vero? Tutto merito suo: ti presento Alba.
Alba?? Quella smorfiosa lì? Era uno schianto di ragazza, purtroppo. Metà donna e metà gatta, con tanto di deliziosa codina che spuntava da sotto la minigonna. Appena appena inquietante, ma bellissima. E gli stava appiccicata.
Nonostante il mio arrivo, non si erano spostati di un millimetro.
- Ciao, Elly! Edge mi ha parlato tanto di te, mieowww!- miagolava pure?
- Ah si? E che ti ha detto? – lo so, lo so che certe domande sono sciocche, oziose, banali, da evitare. La teoria la conosco tutta alla perfezione.
- Mah… sinceramente non saprei… ahahahah! – rideva?
Che strano…  tutto mi ricordava scene già viste, stesse dolenti sensazioni della Real Life.
- Sai che Alba è un genio del pc? Ha scoperto come fare un po’ di  soldi, mi ha scelto questo nuovo look e mi fatto anche qualche altro regalino. Ah! Ti ricordi quella casa col caminetto acceso? Beh… è sua, l’ha costruita lei… capisci?
Ma … non l’avevamo trovata per caso, girovagando…?
Continuava a digitare, imperterrito:
- E ora sta organizzando una festa per me, qui su sl, proprio nella  sua casa, con musica e giochi, tantissimi ospiti, un rinfresco… anche tu sei invitata,  eh?
- Edge – lei gli parlava guardandolo fisso negli occhi, mi pareva di sentirla sussurrare - dobbiamo però stare attenti al numero degli avatar da convocare… potrebbe impallarsi il sistema… insomma bisogna vedere… - poi voltandosi appena verso di me - ma tu sarai la prima della lista, sicuro. Mieowwww!
Gentilissimi, tutti e due.
Non mi restava che sorridere e ringraziare. E poi, con una scusa, lasciarli a miagolare e fare le fusa su quella panchina e, il più dignitosamente possibile, scappare subito via.
Ma via dove?
Un’isola qualunque, un posto lontano, un posto dove… ecco l’idea! Il mio rifugio perfetto, da sempre, erano i libri. Lì cercavo spesso conforto e a volte anche risposte, trovando talvolta altre domande, ma spesso sollievo e nuovi sogni da coltivare.
E ci doveva essere una biblioteca da qualche parte, anche su Second Life. Ecco, avevo appuntato il nome, le coordinate:
Subito <Search>, poi <Teleport>

La Biblioteca Archimedica: un luogo incantato, silenzioso, sospeso tra cielo e terra, illuminato dal nuovo sole che stava sorgendo dietro le montagne.
Mi sentivo un po’ intimidita, anche se non c’era nessuno lì, in quel momento; ma tutto trasudava energia e conoscenza.
Avanzavo lentamente tra gli scaffali, sbirciando le copertine dei libri, provando a cliccarci sopra, sfogliandoli un po’… mi sentivo già meglio, come a casa.
Poi, all’improvviso:
- Non ti avevo mai visto qui!
Sobbalzai. Chi era? Intorno non c’era nessuno. Chi aveva digitato sul video?
- Non mi vedi?
Guardai meglio, oltre gli scaffali…
Un ampio mantello scuro, capelli chiari, una figura imponente, maestosa e fiera: LUI!

Archimedix Bulan!
Strani i percorsi della mente, a volte. Come un dardo scoccato da un misterioso arciere, il ricordo delle parole di Bradamante:
“… Quali nuovi stendardi mi levi incontro dai pennoni delle torri di città non ancora fondate? … quali impreviste età dell’oro prepari, tu malpadroneggiato, tu foriero di tesori pagati a caro prezzo,tu mio regno da conquistare, futuro…”.

elliy Writer
(elliblu.a@libero.it)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


   
 
 

 

 

 

 



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