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A volte, quando si è un grande scrittore, le parole vengono così in fretta che non si fa in tempo a scriverle... A volte. (Snoopy)
 

 Attualità - aprile 2008

         

La rivista letteraria "Nugæ": da foglio volante a periodico impertinente (di Michele Nigro)

Tutto cominciò alcuni anni fa, precisamente nel 2003, a casa di amici tra un piatto di spaghetti e un bicchiere di vino, con delle letture settimanali in stile esoterico di Autori noti, intervallate dai nostri acerbi scritti autografi per sentirci importanti, per far finta di contare qualcosa nel mare magnum dei veri scrittori. Il passo azzardato dalle letture alle scritture stampate, le nostre, fu breve: il numero zero, la registrazione al Tribunale, i primi impatti con il difficile mondo della distribuzione e della sopravvivenza editoriale. Tra quei “naufraghi della scrittura”, in cerca di isole lussureggianti, c'ero anch'io: è difficile per me riassumere questi cinque anni, anche perché sono pochi per tentare un bilancio, ma posso dire che ogni attimo vissuto e ogni difficoltà è servita a rendere più forte il periodico e noi stessi. Come dice il proverbio: "Tutto ciò che non ti uccide, ti rinforza!". Immagino di poter essere capito da chi ha avuto un'esperienza simile nell'ambito dell'editoria seppur periodica. I primi numeri erano praticamente dei fogli A3 piegati in due: tutto qui. Più che di rivista si sarebbe dovuto parlare di "dispacci" provenienti dalle retroguardie di una dolce e dannata guerra combattuta a suon d'inchiostro.
Dopo una serie di peripezie (rimaneggiamenti redazionali, strategie economiche per sopravvivere, problemi tipografici…) il periodico comincia a crederci e diventa impertinente, ma sempre con moderazione: allarga i propri orizzonti collaborativi, riceve consensi e contributi da ogni parte d'Italia e inizia silenziosamente ad alzare il tiro editoriale, ma non la testa, proponendo ai propri Lettori argomenti e scritti capaci di andare oltre la classica "vetrina per esordienti". Di conseguenza aumenta la qualità delle firme e prende il via la felice stagione dei cosiddetti "numeri a tema": numeri monografici dedicati a particolari movimenti culturali o agli Autori di quei generi letterari per noi importanti: nel primo di questi numeri, in occasione del 40° anniversario della Summer of Love del 1967, ci occupammo della Beat Generation e dei poeti beat. Poi fu la volta di J.R.R.Tolkien e del genere fantasy; e ora eccoci qui, sul sito di "tuttiscrittori" che si appresta a festeggiare il suo primo, importante compleanno, per parlare del terzo numero a tema di "Nugæ":
"Howard Phillips Lovecraft e la letteratura dell'orrore"
L'idea è nata discutendo virtualmente con Alessandro Napolitano nel forum del portale www.braviautori.com . Avevo già ricevuto, in altre occasioni, la "chiamata" di Lovecraft, ma il parlarne in giro con alcuni accaniti estimatori, tra cui l’appena citato Alessandro Napolitano, scrittore di racconti lovecraftiani e appassionato di letteratura fantastica, e l'amico Francesco Innella, già collaboratore del nostro periodico e “seguace” del solitario di Providence, mi ha dato il definitivo abbrivo verso il lancio di un invito che vuole essere anche un'occasione per coinvolgere altre firme nel cammino successivo. La Redazione di una rivista, infatti, è un po' come un autobus di linea: c'è chi scende alla prossima, chi si getta al volo dal finestrino rischiando l'osso del collo perché ha sbagliato numero, chi si fa tutto il viaggio fino al capolinea gustandosi il panorama, chi socializza con gli altri passeggeri… Un autobus su cui è severamente vietato non parlare al conducente ovvero al sottoscritto, per cui vi invito a contattare me e la Redazione scrivendo, se vorrete, un'e-mail al seguente indirizzo scrittiautografi@virgilio.it
Il nostro duplice obiettivo è quello di offrire uno spazio editoriale qualitativamente e quantitativamente migliorabile a tutti colori i quali hanno intenzione di porre la scrittura tra i primi posti nella classifica delle priorità spirituali e artistiche della propria vita, e al contempo occuparci periodicamente, con passione e rigore, di quegli Autori immortali che hanno reso grande la Letteratura mondiale.
Per ulteriori informazioni: http://rivistanugae.blogspot.com

 

Quando la fantascienza incontra l'Africa  (di Giancarlo Manfredi)

L'alba di un nuovo mondo (1)

 

"Gli utensili che forgiate sono plettri per liuti non ancora inventati, ma il vostro manufatto più bello è una fragile compassione di gruppo" (Michel Bishop) (2)

 

Un breve antefatto

 Le ultime edizioni della manifestazione culturale nota come DeepCon (3) hanno visto i fan italiani del cinema e della letteratura fantastica farsi partecipi di una missione in favore dell'Associazione per la ricerca e la medicina in Africa (Amref)(4), un'opera di beneficenza, organizzata dalla redazione del portale WebTrek Italia (5), che si è evoluta, nel tempo, verso contenuti di sostegno e compartecipazione per il destino di un intero continente.

Fantascienza, Africa, Fandom e Solidarietà, sono questi gli ingredienti di un composto chimico suggestivo ma instabile? Proviamo a scoprirlo insieme.

 

Noi, il popolo della fantascienza, possediamo una strana visione dell'Africa…

 "Nel loro ingresso nella Città perduta di Zinj, la mattina del 21 giugno, mancavano del tutto quegli elementi misteriosi e romantici che caratterizzavano i resoconti ottocenteschi di simili esplorazioni. Questi viaggiatori del XX secolo sudavano e sbuffano sotto un pesante carico di attrezzature tecniche - telemetri ottici, bussole per agganciamento dati, direzionali RF con trasmettitori collegati e trasponditori a microonde - tutte ritenute indispensabili per una moderna e rapida valutazione dei ruderi di una area archeologica." (Michel Crichton) (6)

 … ma fondamentalmente i temi che hanno catturato l'interesse di autori e lettori sono di facile identificazione.

Anzitutto l'idea di "luogo natale", il "ground zero" della razza umana, come raccontato da Michel Bishop nel suo romanzo "Il tempo è il solo nemico" (Premio Nebula 1983) dove il protagonista torna indietro nel tempo sino all'Africa pleistocenica, seguendo le orme dei primi ominidi e si stabilisce in una tribù di homo habilis per svolgere il suo incarico di paleoantropologo.

Poi è un territorio (un simbolo?) esplorato solo superficialmente, ma di fatto terra di confine e (per molti) terra di conquista, come ci spiega, nel suo romanzo "Congo", lo scrittore americano Michel Crichton.

Infine è uno scrigno che contiene ancora segreti non rivelati: "Nell'abisso di Olduvai" di Mike Resnick, (premio Hugo 1994) (7) si narra proprio del mistero dell'estinzione di una antica razza che ha dominato la galassia e popolato milioni di mondi prima di estinguersi: la razza umana.

Però, a dispetto del futuribile, il mistero ed il romanticismo continuano ad essere le chiavi di lettura che pervadono tutte le storie ambientate nel continente nero.

Non a caso gli autori di uno dei nostri eroi preferiti, l'italianissimo fumetto "Nathan Never" (8) si sono ispirati ad un capolavoro della letteratura mondiale, "Cuore di Tenebra", per narrare del futuro africano, aggiungendo come ingrediente originale solo una tetra componente di degrado ecologico e morale.

 

Nathan Never e il Cuore di tenebra

Ecco un passaggio chiave del grande classico di Joseph Conrad: "Dovete sapere che, quando ero ragazzino, avevo la passione per le carte geografiche. Passavo delle ore a guardare l'America del sud, o l'Africa, o l'Australia e mi perdevo in tutte le glorie dell'esplorazione. A quei tempi c'erano molti spazi vuoti sulla carta della Terra e quando ne vedevo uno dall'aria particolarmente invitante (ma ce l'hanno tutti quell'aria) ci posavo sopra il dito e dicevo: "quando sarò grande ci andrò". Il Polo Nord era uno di quei luoghi, mi ricordo. Non ci sono ancora andato e non mi ci proverò certo adesso. L'incanto è finito. Altri di quei luoghi erano disseminati intorno all'Equatore, alle più diverse latitudini, su tutti e due gli emisferi. In qualcuno ci sono stato e… beh, non è di questo che voglio parlarvi. Ma ce n'era uno ancora, il più vuoto, se così si può dire, dal quale ero particolarmente attratto. E' vero che nel frattempo non era più uno spazio vuoto. Dalla mia infanzia si era riempito di fiumi, di laghi, di nomi. Non era più una macchia bianca deliziosamente avvolta nel mistero, un terreno vergine su cui un ragazzo potesse fare i suoi sogni di gloria. Era diventato un luogo di tenebra" (9)

Una volta ho visto un piccolo mappamondo della Luna risalente alla fine degli anni sessanta, dettagliatissimo sull'emisfero visibile, ma con ampi spazi bianchi (con la scritta "zona non ancora esplorata") sul lato invisibile…Ditemi la verità: quanto paghereste per trovare un oggetto simile in un mercatino dell'antiquariato?


Cos'è il "Mal d'Africa"?

 "Colui che non prevede le cose lontane, si espone ad infelicità ravvicinate." (Confucio)

Ecco un esempio che potrebbe certo ispirare un romanzo fantastico, ma che è purtroppo simbolo della spirale perversa che trascina il continente africano verso un prossimo baratro.

Nelle polverose savane dell'africa orientale, circa ogni cinque anni si sviluppa una terrificante epidemia che decima gli armenti. Quasi tutti gli animali in stato di gravidanza spontaneamente perdono il loro feto e tra quelli che sopravvivono il tasso di mortalità post natale è del novanta percento.

Questo evento viene chiamato "La febbre della Rift Valley" perché venne identificato per la prima volta, negli anni '30 proprio nella zona del Kenya interessata dalla spettacolare faglia.

La Rift Valley, Africa orientale

Gli esseri umani possono essere infettati, sia attraverso le zanzare portatrici della malattia, sia attraverso il contatto con carni infettate. Pochi muoiono, ma la malattia causa serie complicazioni fino alla meningite e alla lesione della retina.

Inoltre durante l'ultima e più devastante epidemia, nel 1997, un embargo bloccò le esportazioni di carne per oltre un anno, con danni incalcolabili all'economia della zona.

Non esiste un trattamento specifico per la malattia che tuttavia può venire controllata tramite la pratica di vaccinazioni e l'uso di insetticidi; il problema deriva infatti dall'impossibilità a predire la ricorrenza di tale evento e ciò rende vano il ricorso ad una prevenzione efficace..

La risposta a questa necessità potrebbe venire dallo spazio: ricercatori del Goddard Space Flight Center della Nasa (10) hanno rilevato che recrudescenze dell'epidemia hanno seguito immancabilmente le inondazioni causate da fenomeni come El Niño e altri eventi climatici simili propri dell'Oceano Indiano. Usando un sistema di tracciamento meteorologico con satelliti ed aerei, per monitorare la temperatura delle acque di superficie e lo stato delle precipitazioni nella Rift Valley, gli scienziati adesso credono di poter prevedere con un anticipo di circa quattro mesi l'epidemia.

Purtroppo i recenti tagli al bilancio della Nasa colpiranno anche questo progetto.

 

Fantascienza o realtà?


E' realmente questo, un luogo di tenebra, ciò che sta diventando il continente africano?

 

"Non ammettere nulla a priori se puoi verificarlo" (R. Kipling)

 

La realtà, che noi percepiamo è purtroppo mediata da potenti filtri culturali e dire quanto "l'informazione dell'emergenza" ci coinvolga non è possibile.

Peraltro è riscontrabile, nelle persone che vivono e compongono la nostra società, un sintomo inquietante, il passaggio continuo da sentimenti di orrore alla più assoluta indifferenza.

Per questo il "banchetto di Amref alla DeepCon" è una tradizione preziosa che va al di la del pur importante lavoro di raccolta fondi: è diventato, con il tempo (in tutte le manifestazioni nelle quali è presente), un riferimento, un luogo dove chi possiede ancora uno spirito curioso e il senso della solidarietà può scoprire e riflettere sulla discrasia che domina il nostro povero pianeta e ne compromette qualsiasi armonico e sereno futuro.

Fiuggi, DeepCon 2003

 

Noi non ci stancheremo mai di raccontare come l'Africa sia un luogo non solo di ombre, ma anche di luci e di persone meravigliose che vogliono uscire da situazioni estreme.

Di ribadire come l'Amref sia (al di là del faccione simpatico di Giobbe Covatta) un' organizzazione africana che non opera per mero assistenzialismo, ma che persegue progetti di sviluppo e crescita autonoma.

E, in questo contesto, il banchetto con i gadget luccicanti, i biscotti di mia moglie e il contorno scenografico è solo l'apparenza: le foto dei progetti, i racconti che arrivano direttamente dal personale che ritorna in Italia, l'esposizione dei risultati più tangibili e le valutazioni critiche dei problemi sono stati il valore aggiunto al nostro lavoro in seno alla manifestazione in questi tre anni.

Parlare di epidemie, di massacri e guerre civili, di carestie, di sterminate bidonville talvolta può essere deprimente, ma serve a ribadire il concetto che l'Africa è la zona del nostro pianeta più disastrata (solo l'AIDS genera le stesse vittime di uno "tsunami", ogni mese!!! E poi ci sono tutte le altre malattie epidemiche ed endemiche).

Spiegare come funziona un progetto di sviluppo, di come siano le realtà locali (le donne o gli anziani) che creano, gestiscono e portano avanti un pozzo, un acquedotto o una serie di latrine, dell'effetto moltiplicatore una operazione di microcredito, aiuta a comprendere meglio l'ottica con cui affrontare il tema dello sviluppo.

E c'è di più: la beneficenza raccolta a Fiuggi non è andata persa in rivoli incontrollati di aiuti al terzo mondo: per due anni di fila abbiamo pagato ad un ragazzo africano il corso da paramedico alla "Medical Officers School" (che è uno dei progetti di competenza di Amref Italia) e per quest'anno finanzieremo il progetto "Child in needs" che prevede interventi diretti nella bidonville di Dagoretti e finalizzati al recupero dei bambini "Chokora" (letteralmente "immondizia", in swahili).


Attori e personaggi famosi hanno certamente caratterizzato le nostre esperienze alla DeepCon.

 

"Avete qualcosa sull'economia?" chiede un tale in libreria."Laggiù" risponde il commesso " oltre la fantascienza…" (anonimo)

Fiuggi, DeepCon 2004

 

Certe volte ne sono rimasto perplesso, non sapendo bene che valenza dare alla presenza di una star anziché di un autore ammirato e stimato. Di solito vado alle varie "Convention" per incontrare amici che altresì non vedrei mai e per "fare cose" (intendo attività ludiche e ricreative) in prima persona. Però mi rendo pienamente conto che la presenza dei V.I.P. è la molla che richiama i visitatori ed i partecipanti e che decreta il successo della manifestazione. E se questo fa sì che, una volta tanto, condividiamo insieme sia la passione per il nostro passatempo preferito sia l'opportunità di agire concretamente per il futuro del pianeta, dove ce n'è più bisogno, non sarò certo io a lamentarmi.

Fiuggi, DeepCon 2005

 

Perché in fondo sono convinto che incontrare persone con idee tanto diverse (ma tutte proiettate verso i mondi della fantasia) aiuta. Aiuta a superare preconcetti e pregiudizi; a non avere paura della diversità e a sviluppare soluzioni originali a problemi che sembrano insolubili.  No, la fantascienza in questo contesto non è una squallida fuga dalla realtà che ci spaventa e della quale non vogliamo prenderci alcuna responsabilità. Insieme, sostenitori, organizzatori della DeepCon e noi della redazione di WebTrek Italia, portando avanti con successo questa missione, abbiamo "fatto una piccola, ma concreta differenza".

  

Come concludere questo viaggio

 "E se per caso approderete alle rive di un altro mare, in un paese remoto abitato da selvaggi e da barbari, tenete bene a mente che il più grande pericolo e la più sicura speranza stanno nell'incontro tra i diversi cuori degli uomini, e non nel confronto tra le loro frecce e il vostro fuoco." (Consigli ai Naviganti, 1674)

In questo contesto non voglio far bilanci se non per confermarvi l'estrema generosità dei fan e la perfetta ospitalità degli organizzatori della manifestazione che non mi stancherò mai di ringraziare.

L'attenzione al nostro piccolo impegno di volontari (e al ben più significativo lavoro dell'AMREF) e la sensibilità ai temi che trattiamo sono stati per noi la ricompensa migliore.

C'e' un vecchio romanzo di fantascienza, "Le rive di un altro mare" (11) di Chad Oliver, edito nella collezione Urania…vediamo…dovrebbe essere stato il 1972 o giù di li; mi ricordo ancora la copertina di Karel Thole che evoca esotici paesaggi africani e situazioni misteriose e imprevedibili.

La citazione che introduce quest'ultimo paragrafo da il titolo al libro e fa perfettamente al caso nostro perché racconta lo spirito con il quale affronteremo le prossime difficili sfide continuando la nostra opera, cercando di parlare al cuore e alla mente delle persone e restando molto, molto attenti al futuro.

Asante sana (grazie)

Un'affascinante profezia africana dell'illustratore Tim White

 


[1] Immagine tratta dal film "2001 Odissea nello spazio" di Stanley Kubrick

[2] Michael Bishop, Il tempo è il solo nemico, Editrice Nord 1984

[3] Vedi anche il sito web http:// www.deepcon.it

[4] Vedi anche il sito web http://www.amref.it

[5] Vedi anche il sito web http://www.webtrekitalia.it

[6] Michael Crichton, Congo , Garzanti 1989

[7] Mike Resnick, Nell'abisso di Olduvai, premio Hugo 1994, editrice Nord 1995

[8] Nathan Never, edizioni Bonelli

[9] (Joseph Conrad, Cuore di tenebra)

[10] fonte: EXPRESS SCIENCE NEWS

[11]  Le rive di un altro mare, Chad Oliver, Urania Mondadori, 1972

 

 
 



   
 
 

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